Passo dello Spluga

Dalla preistoria ai giorni nostri (2115 m)

Per molti secoli il passo dello Spluga vide il transito incessante, in ogni periodo dell’anno, di viandanti, bestie da soma, carri e carrozze. Poco tempo dopo la costruzione della strada dello Spluga (1823), a scopi di sicurezza durante il periodo invernale, fu edificata l’importante galleria paravalanghe a sud del casello daziario. Essa rappresenta oggi una delle ultime testimonianze del massiccio impegno a livello di opere stradali intrapreso nel XIX secolo per tenere testa ai pericoli dell’inverno. Ritrovamenti dell’età del bronzo e del ferro indicano che il passo dello Spluga è stato percorso già in epoca preistorica. Il nome “spluga” è abbastanza comune in Valchiavenna e sta ad indicare località di montagna; deriva da “spelu(n)ca”, cioè spelonca, grotta. A riprova, nei pressi dell’abitato di Montespluga, c’è veramente una grotta che la gente chiama “truna de l’urs” (grotta, tana dell’orso). In passato, il passo dello Spluga veniva denominato monte o passo dell’Orso.

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